giovedì 6 agosto 2009

ITALIA DEI VALORI IL CAPOGRUPPO MASSIMO COLIA


«Non siamo contro le rinnovabili, però...»

• Se non è una risposta «ufficiale» è certamente una replica indiretta quella dell’assessore alle politiche energetiche della Provincia di Foggia, Pazienza, al problema sollevato solo ieri dal capogruppo dell’Italia dei valori al Consiglio provinciale di Foggia, Massimo Colia, che aveva appunto chiesto all’ente di riferire sullo stato dell’arte a proposito di energia ed in particolare «alla possibile realizzazione sul territorio provinciale di centrali di produzione elettrica da fonti rinnovabili, da biomasse o a turbogas». «Se tali voci fossero fondate, il numero impressionante di progetti che si verrebbero a realizzare rischierebbe di compromettere irrimediabilmente la vivibilità e l’intero sistema economico della Capitanata. La mia preoccupazione è supportata dal fatto che la Provincia di Foggia è ancora priva del Piano Energetico Provinciale (quello che Pazienza vuole ora portare in aula a partire da settembre, ndr), strumento indispensabile per programmare nel medio-lungo periodo gli interventi da realizzare per la gestione della domanda e la pianificazione dell'offerta di energia sul territorio provinciale», ha ricordato il consigliere provinciale dell’Idv che ha precisato come la sua richiesta «non intende assolutamente mettere in discussione la validità e la necessità di sviluppare fonti energetiche alternative» ma capire solo se «effettivamente la Capitanata è in grado di sostenere in termini di pale, pannelli, centrali e quant’altro, salvaguardando allo stesso tempo la nostra salute, i nostri prodotti agricoli e il nostro patrimonio naturale».

Eolico, biomasse, fotovolaico pronte le proposte operative del nuovo piano energetico

A settembre la discussione in Consiglio provinciale


• «La costruzione di una visione organica delle politiche energetiche in provincia di Foggia assume una strategicità fondamentale alla luce delle importanti evoluzioni che stanno interessando questo settore. Per oltre dieci anni la Capitanata ha scontato un deficit di programmazione e di pianificazione che l’Amministrazione provinciale è pronta oggi a colmare, in uno spirito di collaborazione e di dialogo con il territorio». Così Pasquale Pazienza, assessore provinciale alle Risorse Energetiche, annuncia l’avvio della fase finale del percorso che porterà, a settembre, alla definizione dei parametri su cui impostare lo sviluppo del Piano Energetico Prov i n c i a l e. «Alla ripresa dell’attività amministrativa – spiega l’assessore Pazienza – sa - remo pronti a concludere il lungo iter che in questi mesi ci ha visti impegnati, nell’ambito di alcuni forum, in un’azione di dialogo e di ascolto con le Amministrazioni comunali e con i diversi attori che operano in questo campo. Concluderemo questo percorso sottoponendo all’attenzione del Consiglio provinciale la proposta che la massima assise di Palazzo Dogana sarà chiamata a discutere. Abbiamo effettuato fino ad ora una attenta ricognizione dell’esistente, stabilendo così il contesto di riferimento propedeutico all’elaborazione del Piano». In un corposo documento, redatto con l’importante contributo di Nomisma Energia, Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici, CNR e Università degli Studi di Foggia si sono tracciate le linee guida in materia di Fonti Energetiche Rinnovabili. Tre gli assi sui quali si è sviluppata la riflessione guidata e coordinata dall’assessorato alle Risorse Energetiche: eolico, fotovoltaico e produzione energetica da biomasse. «In questi ambiti – spiega l’assessore – la provincia di Foggia ha rappresentato e può continuare a rappresentare uno straordinario catalizzatore di investimenti nazionali ed internazionali. L’attitudine territoriale a queste tipologie di produzione energetica nel corso degli anni ha visto moltiplicarsi le richieste autorizzative e di insediamento. Occorre, tuttavia, mettere in campo una vision che consenta da un lato di stabilire un quadro organico in riferimento alle procedure di autorizzazione e dall’altro di realizzare un discrimine netto tra le iniziative con una reale consistenza e radicamento territoriale, capaci di promuovere l’economia salvaguardando le risorse ambientali, e quelle di corto respiro e a forte carattere speculativo». L’analisi condotta dall’assessorato provinciale alle Risorse Energetiche ha infatti evidenziato, per ciò che riguarda la produzione di energia elettrica da eolico, che in Capitanata questa eccede del 60 per cento i consumi complessivi della provincia. «Il nostro territorio – sotto - linea Pazienza – ospita la più alta percentuale italiana di impianti installati. È questo solo un esempio della necessità di abbandonare il clima di deregulation che da decenni impera nel settore energetico, cresciuto in modo troppo rapido e tumultuoso. Servono linee di indirizzo chiare, strettamente connesse al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale unico strumento effettivo per una moderna governance territoriale». Da questo punto di vista, sia pure nell’attesa della determinazione del Piano Energetico Provinciale, l’Ammini - strazione di Palazzo Dogana ha formulato alcuni spunti inerenti l’orientamen - to delle scelte strategiche da operare in ciascun segmento della produzione energetica. Sul fronte dell’eolico va sviluppato un nuovo modello gestionale tra investitori e territorio, in grado di mettere i comuni e le loro comunità nelle condizioni di intercettare maggiori quote di valore aggiunto. Un obiettivo raggiungibile soprattutto attraverso programmi di promozione di una nuova cultura dell’imprenditorialità locale e di formazione di figure tecniche, operative e manageriali. Particolare attenzione va rivolta poi alla realizzazione di impianti eolici off-shore, che nel prossimo decennio diverrà la frontiera di sviluppo dell’eolico e che avrà nel Mediterraneo un indubbio protagonista, anche in ragione dell’esistenza di ampi tratti con bassi fondali. Diverso, invece, il discorso per la produzione di energia da fonte fotovoltaica, campo nel quale gli insediamenti devono limitare il più possibile l’uso di terreni agricoli. La stessa installazione di centrali fotovoltaiche di ‘grande taglia’ sarà vista positivamente solo nel caso in cui esse interessino aree soggette ad interventi di bonifica e recupero (come ad esempio cave dismesse) oppure aree marginali e non produttive del territorio. Le biomasse, settore nel quale si è concentrato il dibattito politico ed economico nel recente passato, appaiono oggi come la sfera che meglio di ogni altra può coniugarsi ed integrarsi con la pratica dell’attività agricola. Una potenzialità che, salvo rari casi, in questi decenni è stata sostanzialmente inespressa. Sotto questo profilo bisogna favorire un nuovo e maggiore protagonismo delle categorie imprenditoriali agricole, così come avviene in altre realtà italiane ed europee, soprattutto nella prospettiva di un efficiente impiego delle risorse messe a disposizione con il Programma di Sviluppo Rurale della programmazione 2007-2013. Uno schema di produzione energetica, questo, utile anche a rafforzare la logica dello sviluppo della cosiddetta ‘filiera corta’ e di una piena multifunzionalità delle aziende agricole del territorio. Un percorso possibile mediante lo svolgimento di una opportuna riflessione sul piano delle dimensioni degli impianti di produzione energetica. Essa, infatti, deve orientarsi verso un modello di generazione distribuita. Tra i vantaggi di una corretta produzione di energia da biomasse orientata alla valorizzazione delle risorse territoriali, inoltre, spicca la possibilità di beneficiare di servizi agro-ecologici come l’azione antierosiva e protezione da fenomeni di dissesto idrogeologico; conservazione degli habitat e della biodiversità, specie quella legata agli ambienti agricoli; riordino forestale tramite piani di assestamento che garantiscano un giusto equilibrio fra impiego produttivo della risorsa legnosa e conservazione dei boschi; riequilibrio ecologico degli agrosistemi, limitazione dei rischi d’inqui - namento delle falde idriche; minore sfruttamento della fertilità dei suoli agricoli; diversificazione e miglioramento dei caratteri del paesaggio rurale. Il tutto con ricadute significative anche sul sistema economico ed occupazionale locale. Per ciò che riguarda gli impianti di generazione elettrica di notevole potenza che impiegano oli combustibili o materia prima ligno-cellulosica di importazione, invece, è evidente che essi assumono un profilo di insediamento industriale, che nulla ha a che vedere con le filiere agro-energetiche e con la valorizzazione economico-ambientale del territorio. La posizione dell’Amministrazione provinciale, dunque, è tutt’altro che favorevole a questo tipo di insediamenti. «Quello che abbiamo realizzato – con - clude l’assessore Pazienza – è uno studio che consente di avviarci alla definizione del Piano Energetico Provincia forti di una visione d’insieme che ci permette di disegnare una prospettiva di sviluppo armonica ed in linea con le vocazioni del territorio. Siamo certi che tanto il sistema delle istituzioni quanto quello imprenditoriale sapranno affiancarci nella costruzione di un quadro di regole certe che per troppi anni è mancato alla provincia di Foggia».